4. La dimensione politica dell’agroecologia

4.1 L’agroecologia dà priorità ai bisogni e agli interessi dei piccoli agricoltori che rappresentano la prima e più importante fonte di produzione alimentare a livello mondiale, e riduce l’enfasi sugli interessi dei grandi sistemi alimentari e agricoli.

4.2 L’agroecologia pone il controllo delle sementi, la biodiversità, la terra e i territori, le acque, la conoscenza[i], i terreni[ii] nelle mani delle popolazioni che fanno parte del sistema alimentare, e in questo modo assicura una gestione delle risorse più integrata.

4.3 L’agroecologia può cambiare i rapporti di potere incoraggiando una più grande partecipazione dei produttori alimentari nel processo decisionale riguardante i sistemi alimentari e propone nuove strutture di governance.

4.4 L’agroecologia richiede una serie di politiche pubbliche complementari e di sostegno, responsabili politici e istituzioni che la sostengano, come anche investimenti pubblici per realizzare il suo pieno potenziale.

4.5 L’agrogeologia incoraggia forme di organizzazione sociale necessarie per una governance decentrata, e una gestione locale che meglio si adatti ai sistemi agricoli e alimentari. Inoltre incentiva l’autorganizzazione e l’azione collettiva di gruppi e reti su scale diverse, dal locale al globale (organizzazioni agricole, consumatori, organizzazioni di ricerca, istituti…).

[i] International Forum on Agroecology (2015). Declaration of the International Forum for Agroecology, Nyéléni.

[ii] “I beni comuni si riferiscono alle forme di ricchezza che appartengono a tutti noi e che devono essere protette in modo proattivo e gestite per il bene di tutti. I beni comuni possono essere naturali, come l’aria, l’acqua, la terra, le foreste e la biodiversità; sociali e istituzionali, come i beni pubblici, gli spazi e i servizi; politici, come le nozioni di democrazia, giustizia e governance sostenute collettivamente; intellettuali e culturali, come la conoscenza generale, la tecnologia quotidiana, la musica condivisa e le conoscenze scientifiche. Mentre queste categorie possono differire tra i paesi e le regioni, i beni comuni generalmente consistono in risorse che le comunità e le società riconoscono come accessibili a tutti, e che sono conservate e gestite collettivamente per l’utilizzo delle generazioni attuali e future”. GUTTAL Shalmali, MANAHAN Mary Ann, “In defense of the commons”, 2015.

Impatto di questa dimensione:

Attraverso la sua dimensione politica, l’agroecologia sposta il centro del potere nei sistemi alimentari dagli interessi di un piccolo numero di grandi entità agro-industriali ai produttori diretti, e cioè ai piccoli produttori alimentari che forniscono la maggior parte del cibo a livello mondiale.xxiii Essa cerca una soluzione alle ingiustizie dovute allo strapotere delle grandi industrie negli attuali sistemi alimentari. Quando fa parte di un approccio legato alla sovranità alimentare, l’agroecologia rappresenta una transizione democratica dei sistemi alimentari che dà maggior potere alle donne e agli uomini contadini e agricoltori, pastori, pescatori, raccoglitori, popolazioni indigene, consumatori e altri gruppi, facendo in modo che la loro voce sia ascoltata dalla politica a tutti i livelli, da quello delle piccole comunità a quello nazionale e internazionale. Essa permette a questi gruppi di rivendicare e realizzare il loro diritto al cibo.

La dimensione politica dell’agroecologia rende il concetto di sovranità alimentare più pratico, mettendo i piccoli produttori alimentari al centro dei processi e delle decisioni politiche che li riguardano.

Essa cerca di affrontare molteplici sfide, dalla sicurezza all’accesso alle risorse produttive (terra, acqua, sementi), alla sicurezza alimentare attraverso la resilienza climatica, con soluzioni di lungo termine sostenibili che promuovono la diversificazione agricola e la sovranità alimentare. I movimenti agroecologisti, che sono generalmente formati dal basso, da  agricoltori e consumatori, stanno diffondendo orizzontalmente l’agroecologia, per rafforzare e costruire relazioni all’interno e tra le comunità.xxiv Accanto a questa espansione orizzontale, la dimensione politica promuove un ambiente incline alla diffusione di approcci agroecologici a tutti i livelli, in modo quindi verticale.

Judith Hitchman, Urgenci (Francia/UK) & Pedro Guzman, RENAF (Colombia)